
«Sono un autore di che scrive d’istinto: è la musica che mi suggerisce le parole» aggiunge Mogol. «Sono nate così dieci canzoni. Una alla volta. Mi consegnavano il provino in finto inglese arrangiato con un feeling molto vicino a quello che poi avrebbero espresso nel disco e io scrivevo il testo».La voce di un amico, la prima traccia del cd, è un omaggio un po’ affettuoso e un po’ ironico ad Adriano Celentano. È un ritratto scherzoso, un affresco della sua coscienza civile fra ambientalismo e politica. È anche un brillante consiglio: “e canta ancora fa tanti concerti/e balla ancor non temere di sdarti/dacci consigli, le tue improvvisate/son deliziose banane sbucciate/son gocce amare di vita/una spremuta miracolata/ci fa rivivere”.
Il primo singolo dell’album è Prova a immaginare. Il testo esprime le inquietudini che colgono gli innamorati quando tutto sembra perfetto, quando subentra il timore che l’incanto possa svanire all’improvviso e senza un motivo. Romantici violini sottolineano i classici dubbi dell’amore, che non sono il sintomo di un malessere, ma al contrario una prova ulteriore della forza del sentimento. In certi momenti basta un semplice sorriso per rinnovare il giuramento di amore eterno. “Tu prova a immaginare/noi due insieme…/noi due/in una vita intera quanto bene”.
Nella ballad Mister nessuno, ancora l’amore, ma questa volta la storia è finita davvero. Un addio voluto da lei e subìto da lui, che non riesce a dimenticarla. L’uomo è emotivamente frantumato… incapace di costruire un nuovo rapporto. Lo scatto d’orgoglio finale è sicuramente un’illusione che il soggetto si costruisce perché troppo fragile per sopportare il peso della sua assenza. “Mister nessuno ti sta abbracciando/ e forse tu ti stai accorgendo che/davanti a te/c’è un forestiero/forse sincero ma/senza familiarità…/io migliore?/forse no/ma certamente so/che dici si e pensi no/ma dove sei e con chi stai/ mister nessuno ti sta abbracciando/mentre tu invece mi stai pensando”.
Una relazione sentimentale può essere un quotidiano armistizio fra caratteri contrastanti come nel brano Il sorriso di un cactus. Il confronto fra opinioni diverse contribuisce a mantenere vivo il rapporto, come fra due poli che s’attraggono. E pazienza se qualche volta è meglio lasciarla sfogare, senza cercare lo scontro dialettico a tutti i costi. Con la sua ironia l’autore ci ricorda che anche la rosa più bella ha le sue spine. “Ma se non ci sei/io sai sorrido poco senza te/si rompe il gioco/ma se non ci sei/il mondo si è inceppato/mi resta poco fiato senza te”.
In Questa sera l'universo pianoforte e violini animano l’arrangiamento orchestrale che racconta un sentimento senza steccati generazionali. L’inciso è l’apoteosi di questa improvvisa passione energica ed energizzante. “Noi che diamo luce, questa sera all’universo/minuscoli/frammenti/di stelle/che brillano nei nostri occhi”. Fino alla promessa: “Noi che siamo al centro dell’universo/resteremo sempre qui/di questo amore luminosi/abbracciati così”.
Libertà è un inno al libero arbitrio. Andamento ritmico e parole semplici ma incisive per riaffermare l’importanza di essere artefici del proprio destino. Il finale si apre alla speranza di un futuro di reale uguaglianza fra gli esseri umani. “Libertà come il mare senza più frontiere/libertà come il cielo grande da guardare/io ti rispetto come terra senza più barriere/e ti amo”.
Archi sinfonici punteggiano la tristezza di un addio in L'ultimo ballo. Nessuno, nemmeno il carattere più robusto, ha la forza per resistere alla disperazione di un amore perduto. Il soggetto compie un eroico sforzo per avere la dignità di reggere un peso che in verità fa fatica a sopportare, con una condotta nobile davanti a un baratro di una vita infelice. Comunque nemmeno la malinconia più angosciante può cancellare le emozioni belle vissute insieme. “è stato molto bello aver ballato insieme/anche se la musica adesso non c’è più/è stato il sogno più bello/che si è infranto al suolo come cristallo/sincera tu sei stata stasera con me/e sembri ancor più bella/in questo lungo istante/che bello poi non è… che bello poi non è/aver ballato insieme/solo ieri e mai più”.
Autostop è una metafora sull’indifferenza verso il prossimo, che ci rende sordi anche alla più banale richiesta di aiuto. “Purtroppo non ti fermi/tu corri verso il mondo/ma stai girando in tondo/non vivi la tua vita/puoi cercare tutto quel che vuoi/sia lontano che qui vicino/quel che conta è che tu poi/capisca bene cosa sei/e respiri la tua vita.
Di notte Roma è una passeggiata sull’onda dei ricordi. Insonnia d’amore: la nostalgia come una tenaglia che stringe l’anima. Un pianoforte malinconico sottolinea ricordi e speranze. Ma in certe notti Roma fa la stupida e non dà una mano… non si fa complice degli innamorati.
“Speranza no, non c’è/di ritrovare qualcosa di te/in qualcuno che/ti possa assomigliare/in questa vita no/un’altra occasione non avrò”.
L’album si chiude con Il compromesso, un’altra canzone sulla difficoltà di conciliare caratteri diversi. “Non pretendo l’impossibile/però mi piacerebbe/solo non dicessi sempre no/ma cosa ti costa?/ti propongo un compromesso/se ci stai/qualcosa a metà/fra un integralista/e un permissivista”.
Riascoltandole sembrano canzoni di ieri scritte oggi, sicuramente c'e' poca freschezza nei testi, nonostante sia un discreto album, e' un leggero passo indietro per gli Audio2 rispetto ad Acquatiche Trasparenze, disco uscito nel 2006».
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