Crepax: VALENTINA

Quando si pensava ai fumetti negli anni Sessanta, le storie in vignette rappresentavano una lettura da evasione, da consumarsi in fretta e quasi sottobanco.

Con Guido Crepax (G. Crepas, 1933-2003) nasce in Italia il fumetto da meditazione. Esce dalla penna di questo autore nel 1965 una delle più affascinanti, conturbanti e complicate fotoreporter che il mondo fumettistico ricordi: Valentina, un personaggio di carta, certo, ma quasi un unicum fra i protagonisti dei fumetti, che in genere restano sempre uguali a se stessi, mentre lei invecchia con il suo autore. La raffinatissima opera di disegnatore di Guido Crepax, caratterizzata da un segno impeccabile e da una narrazione surreale.
Nele storie psichedeliche e cervellotiche di Valentina, realtà e onirismo si passano continuamente la mano. Il corpo felino di Valentina e il suo caschetto nero, più abbagliante di qualsiasi crine biondo, sono ispirati alla mitica attrice del muto Louise Brooks protagonista del film Lulù di Georg Wilhelm Pabst (1928), con la quale Crepax intrattenne un lungo rapporto epistolare. Ma il modello filmico, travasato in personaggio di carta, si trasforma in icona dell’erotismo italiano:

il seno fragrante di Valentina, i glutei fra i più dolcemente polposi che si possano immaginare, vengono colti dal suo creatore con l’occhio d’un raffinato voyeur; così Valentina nella sua nudità o languore, con le calze nere strappate trattenute e impigliate nel pennino di chi la sta disegnando, risulta sempre inconsapevolmente innocente e l’erotismo ne esce centuplicato.

Valentina appare per la prima volta sulla rivista di fumetti Linus come personaggio secondario di una serie, in cui è la fidanzata di un critico d'arte, Philip Rembrant (il supereroe Neutron). Il primo episodio viene intitolato La curva di Lesmo (riferimento ad una curva dell'autodromo di Monza). Neutron viene grandemente surclassato e messo in ombra e perde i suoi superpoteri. Nonostante ciò diverrà il protagonista di un fumetto pubblicato nella rivista Corto Maltese. Ispirato all'Odissea di Omero, verrà considerato uno dei picchi massimi della produzione di Crepax (anche dal punto di vista dei dialoghi, sempre ritenuti elemento debole delle sue storie).


Crepax ha disegnato anche altri fumetti con altre eroine: Belinda, Bianca, Anita e Francesca. La bionda Anita, ispirata da Anita Ekberg (protagonista del film La dolce vita di Federico Fellini), è la protagonista di una impressionante storia sognante in cui ha un rapporto sessuale con la TV (precedendo quindi Videodrome di Cronenberg). Bianca, invece, nonostante il nome ha lunghi capelli scuri e viene ripresa in vari libri, tra cui la versione di Crepax dei Viaggi di Gulliver. I fumetti su Francesca non hanno invece nessuna connotazione erotica (riguardano la vita di una collegiale).


L'autore ha adattato classici della letteratura erotica, come Venere in pelliccia di Sacher Masoch, Casanova, Histoire d’O, Emmanuelle, Justine del marchese DeSade. Nel 1977 produce L'uomo di Pskov seguito un anno dopo da L'uomo di Harlem (fumetto concernente il mondo del jazz in New York). Altre personali rivisitazioni sono il Dracula di Bram Stoker e Giro di vite di Henry James. L'ultimo lavoro, nel 2002, fu l'adattamento di Frankenstein, tratto dal libro di Mary Shelley.
La poetica di Crepax, in fondo, sta racchiusa in queste celebri parole di Karl Kraus: “Non c’è al mondo essere più infelice del feticista, che brama una scarpina e deve accontentarsi di una femmina intera”.

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