CARLITO'S WAY (1993) di Brian DePalma

"Hai sbagliato, Carlito. Hai sbagliato. Ma sono i riflessi di un tempo che tornano a galla. Lo so come vanno queste cose. Benny va ridimensionato, e se non lo faccio la gente dirà: "Carlito non è più quello di una volta, si è rammollito, è diventato un ex duro, il carcere lo ha castrato". La strada ti tiene d'occhio, ti tiene d'occhio continuamente."


Tratto dai romanzi "Carlito's Way" e "After hours" di Edwin Torres, ex giudice della Corte Suprema di New York. Regia: Brian De Palma Sceneggiatura: David Koepp Interpreti: Al Pacino, Penelope Ann Miller, Sean Penn, John Leguizamo, Ingrid Rogers, Joseph Rebhorn, Angel Salazar, John Ortiz, Paul Mazursky, Viggo Mortensen, Luis Guzmán Fotografia: Stephen H. Burum Montaggio: Kristina Boden, Bill Pankow Musiche: Patrick Doyle Produzione: Epic Prod. Inc. Universal Pictures Paese: USA 1993 Durata: 144 Min


Trama
Carlito Brigante (Al Pacino), è stato uno dei grandi boss della droga a New York, ma dopo aver passato cinque anni in prigione è convinto che i suoi giorni nella malavita siano contati. Decide perciò di ritirarsi. Carlito ritrova Gail e, in attesa di poter fare abbastanza grana per ritirarsi in un'isola delle Bermuda, decide di investire i suoi soldi in un nightclub: il Club Paradise. Paradossalmente, le grane grosse arrivano proprio da Kleinfeld (Sean Penn), avvocato cocainomane e corrotto, a cui Carlito è legato da un codice d'onore. Questi ha soffiato un milione di dollari a Tony Taglialucci, un capo della mafia italiana finito in galera, che glielo aveva affidato per corrompere un testimone chiave nel processo a suo carico. Taglialucci viene così condannato a trent'anni di galera e giura di uccidere Kleinfeld se non lo aiuta ad evadere. L'avvocato chiede a Carlito il suo aiuto.
Critica:
In una sfida rara, De Palma riesce a presentare un personaggio drammatico, fatale, ma peraltro coinvolgente, remoto, che non pretende dagli spettatori complicità nè avversione: neppure per un attimo si sta con lui nè contro di lui.

Con una maestria cinematografica straordinaria, il regista sa raccontare per immagini non soltanto la ferocia della violenza assassina, ma anche certe cattedrali del divertimento contemporaneo: locali di esibizione di nudo femminile, locali notturni splendenti di luci acide, di lusso volgare e di soldi malguadagnati, sale da ballo risonanti di musica latina, affollate di ballerini fatti e di ragazze bellissime. Per la redenzione non c'è posto: "Tutti sporchi. Non è rimasto nessuno... Non me la vado a cercare io, questa merda: è lei che mi insegue...".
A interpretarlo due attori d'alto rango: Al Pacino il quale racchiude nel suo sguardo stanco e rassegnato alla necessità della violenza la luce crepuscolare d'un personaggio condannato a fallire, e Sean Penn che incarna, l'avvocato cocainomane e corrotto, il male assoluto.
De Palma, a colpi di stile riesce a farsi ammirare anche con un film visto e rivisto. Basterebbe, più della magistrale "chase" finale nella Grand Central Station di New York, che ribadisce la passione di De Palma per le situazioni, uno qualsiasi dei piani sequenza che il regista organizza. Una rappresentazione molto convincente dei caratteri e di quell'ambiente abitato da anime nere.

recensione: Lietta Tornabuoni

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