DANSON METROPOLI (2006) Avion Travel

Troppo raffinati per entrare nel consumo di massa, gli Avion Travel non hanno portato a casa granché dalla vittoria di un vecchio Sanremo, e hanno continuato nel loro più o meno splendido isolamento fino a una recente divisione, dolorosa quanto silenziosa, che li ha trasformati da piccola orchestra in quartetto. Per i quattro sopravvissuti - Peppe Servillo alla voce, Fausto Mesolella alla chitarra, Mimì Ciaramella alla batteria e Vittorio Remino al basso - la vulcanica Caterina Caselli si è inventata il progetto «Danson Metropoli».
E’ un album con tredici canzoni di Paolo Conte, che è uscito dalla sua proverbiale ritrosia su affettuosa richiesta della discografica che lanciò i suoi dischi fuori dai patrii confini. Egli ha accettato di seguire l’operazione in veste di direttore artistico e ha pure eccezionalmente cantato ma non solo: ha regalato un inedito, Il giudizio di Paride, con l’Uomo alle prese con una difficile scelta fra la «dolce e paffuta», quella di «classe infinita», mentre l’ultima ha «un bell’andar/leonino e muscolar, cosa devo far?».

Peppe Servillo & Friends seguono l’onda della creatività contiana aggrappandosi a canzoni non troppo consumate dal successo, pezzi di seconda fila ma non per questo meno gustosi, come la stessa Danson Metropoli, Un vecchio errore, Elisir (dove c’è un cameo vocale di Gianna Nannini, perché nel suo disco Grazie ha suonato Mesolella), Languida e Sijmadicandhapajiee, titolo impronunciabile se non in astigiano stretto che l’interprete napoletano restituisce in modo impeccabile.
Canzoni più celebri del repertorio dell’Avvocato sono invece Cosa sai di me?, Aguaplano, Max e Blue Haways. Quest’ultima finisce per riassumere un po’ tutto il risultato del disco, con il suo andamento morbido, ipnotico, indolente perfino, e comunque lontano dallo spirito nervoso, maschio e swingante dell’autore di riferimento.
Insomma, è Paolo Conte riletto, e fatto giustamente proprio dal quartetto. Nelle nobili atmosfere astigiano/partenopee, la rilassatezza di fondo si veste di sicura eleganza; gli arrangiamenti e le orchestrazioni, a cura rispettivamente di Mesolella e di Daniele Di Gregorio (imprestato da Conte) sono impeccabili. Un bel modo di ricominciare in quattro, per gli Avion Travel, con cotanto padrino. Anzi Conte si è così lasciato prendere dal trip, da disegnare non solo la copertina del disco ma anche altre 70 opere, 12 delle quali usate come copertine interne, con i testi sul retro. L’inesausta Caterina Caselli sta ora progettando l’uscita in Francia e Belgio; poi, se le cose vanno bene, si allargherà di più. Come ha già fatto prima con lo stesso Conte e con Bocelli.

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