Conosciuto come il pittore delle ballerine,
Edgar Degas fu uno dei principali interpreti dell'
impressionismo, corrente artistica che alla fine dell'
800 rivoluzionò non solo il mondo dell’arte.
Parigi diviene il centro di questo movimento che rappresenta in modo nuovo la realtà. Si abolì il disegno che aveva caratterizzato il periodo del neoclassicismo, e ai colori sfumati si preferì la sovrapposizione di colori puri, messi sulla tela accostando pennellate veloci. Cambiano soprattutto i soggetti dei quadri: non più modelle in pose classiche, ma piuttosto i pittori preferivano i soggetti presi dalla strada, all'aria aperta, scene di vita quotidiana e, come fece in particolare Degas, del palcoscenico e del balletto.
Dal 1870 in poi, Degas dedica molte tele alle
ballerine, sia riprese durante le lezioni che in palcoscenico ma anche in momenti di pausa o dietro le quinte. Tutto questo per riuscire a rappresentare con naturalezza i corpi in movimento: volteggiano così arti, volti, busti e piedi, insomma Degas analizza un numero di pose di cui i pittori prima di lui, non si erano mai occupati.

Ecco allora nascere la sua connotazione di pittore delle ballerine, anche se a questo aspetto, lui dedicò solo una parte della sua fortunata produzione artistica. Non c'è ragazza che studi danza che non conosca un'immagine di Degas: riproduzioni dei suoi quadri sono diventati poster e sinonimo di danza, universalmente riconosciuta. Tanto che anche un tipo di tutù, di lunghezza media, con nastro in vita, viene chiamato ancora oggi ‘alla Degas’, perché in uso dalle ballerine alla fine dell'800 e rappresentato dal pittore in tutti i suoi dipinti.

"
La classe di danza", un olio su tela, del 1871-74, è una fra le sue prime opere a trattare questo tema. Rappresenta un gruppo di giovani danzatrici ad una lezione tenuta da un anziano maestro.
Degas ferma l'attimo, un attimo a caso della lezione di danza, le espressioni delle giovani sono naturali e spontanee, alcune chiacchierano sullo sfondo, altre si distraggono, una sulla sinistra si gratta la schiena. Lo scorcio è spazioso, di nuovo casuale, fotografico, i colori sono delicati e sembra di viverli, come sembra di poter sentire i materiali, dal parquet ai tulle vaporosi, ai rasi lucidi. Edgar non si stancherà mai di dipingere ballerine, neanche quando, quasi cieco, sceglierà la scultura per continuare a sentire con le sue mani le forme delle cose.
di Raffaella Mariani
Nessun commento:
Posta un commento