STALKER (1979) Andrej Tarkovskij


<< Me ne frego dell'ispirazione! E poi, come potrei dare un nome esatto a quello... a quello che voglio? O anche: come potrei sapere che in realtà non voglio quello che sto cercando? E potrei aggiungere: che io davvero non voglia quello che non voglio? Sono tutte cose impercettibili: basta dargli un nome, e il loro significato scompare, si strugge come una medusa al sole...


Stalker (Сталкер) è un film di fantascienza del 1979 per la regia di Andrej Tarkovskij. Tratto dal racconto Picnic sul ciglio della strada (1971) dei fratelli Arkadi e Boris Strugackij, questo film rappresenta, come già Solaris, una personale interpretazione di Tarkovskij dello scritto originale. Pur essendo di genere fantascientifico per la trama, lo svolgimento appartiene al cinema d'autore.


Il lento e profondo viaggio catartico compiuto all'interno della Zona, dove le tre diverse concezioni della vita dei protagonisti si scontrano e si mettono in discussione, trascende i dettami del film di genere. La pellicola venne girata fra Dolgopa (Russia), Tallinn (Estonia), Isfara (Tajikistan), e Chernobyl (Ucraina).

Al centro di una incolta regione industriale c'è una misteriosa Zona, di accesso proibito dalle autorità, dove molti anni prima precipitò un meteorite – o un'astronave? – sprigionandovi una potenza magica, capace di esaudire i desideri di chi riesce ad arrivarvi. Guidati da uno “stalker” (“to stalk” = inseguire furtivamente), uno scrittore e uno scienziato penetrano nella zona, ma, giunti alla meta, rinunciano a entrare nella Stanza dei Desideri, suscitando l'indignazione della guida. Non è difficile riconoscere nello "stalker" e nei suoi congiunti le figure dei "poveri di spiritodostoevskiani, degli umili evangelici che hanno bisogno della fede per mantenere accesa una scintilla di speranza e che si contrappongono agli intellettuali perché ormai, abbandonato ogni illusorio tentativo di intervento nella Storia, dei politici Tarkovskij più non si cura. Sotto il segno dell'acqua, non sembra sibillino il tema della contrapposizione tra la rigidità-forza e la flessibilità-debolezza che corrisponde alla vita. Come accade con i poeti (e Tarkovskij fa un cinema di poesia) la filosofia di Stalker passa attraverso l'emozione delle sue immagini.

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