Fiodor Dostoevskij: DELITTO E CASTIGO

Delitto e castigo è, probabilmente, il romanzo più letto e conosciuto di Dostoevskij e una delle opere letterarie più famose di tutti i tempi. Pubblicato a puntate nel 1866 sulla rivista «Russkij vestnik» (Il messaggero russo), è la storia di Rodion Romanovič Raskol’nikov, che l’autore descrive così in una lettera all’editore: "Un giovane, espulso dall’università, di famiglia piccolo borghese, poverissimo, decide di uscir di colpo dalla sua triste situazione (…) e uccidere una vecchia usuraia (…): una vecchia stupida, sorda, malata, avida, cattiva (…) egli decide di ucciderla (…) e diventare in seguito – e per sempre – un uomo onesto, risoluto, inflessibile nel compiere “il proprio dovere verso l’umanità” (…)" 1.

Tullamore Dew

Tullamore è una cittadina nel cuore delle Midlands, contea di Offaly, vicino al Gran Canal che mette in comunicazione i fiumi Shannon e Liffey. Per la sua posizione geografica potrebbe rappresentare l'ombelico dell'Irlanda. Proprio per questa ragione difficilmente i turisti la visitano, preferendo fare il periplo dell'isola. E' proprio qui che nel 1829 venne per la prima volta distillato il Tullamore Dew. All'assaggio questo whiskey appare più leggero del Jameson o del Bushmills, ma è una semplice sensazione gustativa, dovuta al corpo leggero, in quanto la gradazione alcolica è quella normale di 40 gradi volumetrici.
Il Tullamore Dew viene prodotto secondo gli standard qualitativi del whiskey irlandese: tripla distillazione, uso di orzo non maltato essiccato in forni chiusi (per evitare il sapore di affumicato), invecchiamento minimo di 3 anni per legge. In effetti, per il Tullamore Dew, l'invecchiamento e di 6-7 anni in barili che hanno contenuto sherry o bourbon. Esiste anche una versione finest old, a 43 gradi, venduta in un elegante bricco in ceramica.
Dew in inglese significa "rugiada"  e, quindi, molti pensano che il significato di Tullamore Dew sia "rugiada di Tullamore". In realtà, si dovrebbe scrivere D.E.W., lettere corrispondenti alle iniziali di Daniel E. Williams, che verso la fine del decennio 1880 divenne proprietario della distilleria fondata da tale Michael Molloy e volle in tal modo legare il proprio nome al prodotto. In quegli stessi anni fu coniato lo slogan che si legge ancora oggi: Give Every Man His Dew.

SCIPIONE DETTO ANCHE L'AFRICANO (1971)

Il Senato è costruito sui ruderi della Roma dei ricordi. Pezzi di capitello, avanzi di muro, ipotesi di strade. Girare per la città significa godersi lo stesso spettacolo: pastori che guidano il gregge, soldataglie che di tanto in tanto biascicano le loro malelingue sulla “politica zozza”, provinciali che farebbero di tutto per uccidere i propri genitori e rinascere nel cuore della capitale.

Giove capitolino, dal canto suo, è molto capitolino e molto poco divinità. È lui stesso a dirlo: “ma che sò ‘n dio serio io?”. La Lupa stessa di Roma non parla il vernacolo romanesco forse solo perché non ha la facoltà della parola: per il resto si vede ben poco. Più che altro la si immagina come una specie di cane spelacchiato.Non so se Publio Cornelio Scipione (detto anche l’Africano) avesse per davvero a che fare con questi spazi fisici. Francamente non credo. Ma se il regista Luigi Magni, nel 1971, decise di girare un film in cui far muovere il vincitore di Cartagine in ambienti di questo genere non fu certamente, per esigenze di produzione. Al contrario: la presenza di un paesaggio decadente fin nella sua fisicità sembra richiamare chiaramente l’agonia della virtus romana. Già, quella che aveva permesso a un popolo piegato da Annibale, che poteva considerarsi vincitore a tal punto da concedersi gli “ozi di Capua”, di ribaltare la situazione e costringere il generale cartaginese a vagare per il deserto “e parlà solo come un matto”.

Dublino

Dublino, capitale della Repubblica Irlandese, è situata nella parte orientale dell’isola, precisamente nella baia alla foce del fiume Liffey.


La città, ha origini che risalgono al IX secolo, quando i danesi vi ci costruirono una vera e propria fortezza; da qui inizia la travagliata storia di Dublino, che si intrinseca nelle varie conquiste dei popoli stranieri durante l’arco dei secoli. Nel 1921 diventa sede del governo e del parlamento d’Irlanda. Il clima non è dei migliori: oceanico con forte umidità e piogge abbondanti. Si guida sulla sinistra. Si parla l’Inglese e il Gaelico
La Customs House originariamente era il palazzo della dogana, e la sera offre uno splendido panorama sul fiume Liffey. Di particolare interesse e bellezza sono le decorazioni della facciata dell’edificio. Poco distante dalla Customs House si trova il teatro nazionale irlandese per eccellenza, l'Abbey Theatre. O’Connel Street inizia col Monumento dedicato a Daniel O’Connel che dà il nome a una delle strade più animate della capitale irlandese, piena di uffici e locali. Lungo di essa si trovano tra l’altro il General Post Office e la statua dedicata a James Joyce, con annesso museo. A mezza strada è possibile ammirare lo Spire, una torre d'acciaio alta 120 metri. Costruita nel 2002, e diventata la scultura più alta del mondo, al suo posto, fino al 1966, vi era la Nelson's Pillar: una colonna raffigurante l'ammiraglio inglese, poi distrutta da una bomba dell'IRA.

Cutty Sark


Il nome Cutty Sark riprende quello di un clipper, orgoglio della marina mercantile inglese, varato nel 1869 che, dopo aver percorso per anni la rotta del tè, è stato in seguito adibito a museo galleggiante ormeggiato a Greenwich, dove nel maggio 2007 è stato semi-distrutto da un incendio.

Leggendo l'etichetta si nota subito una differenza rispetto a tutti gli altri blended "Scotch Whisky" (whisky scozzese), Cutty Sark Original si chiama invece "Scots Whisky" (whisky degli scozzesi). La storia inizia nel 1923: nella sede della Berry Bros & Rudd (il più antico mercante di vini e liquori di Inghilterra, fornitore della casa reale fin dai tempi di Giorgio III di Londra), durante un incontro conviviale, i titolari offrono in degustazione, a un loro invitato, l'artista scozzese McBey, un campione di un nuovo "blend", molto morbido, in assoluta controtendenza con le marche più popolari che circolano sul mercato (prodotti molto forti destinati a una precisa fascia di consumatori). I titolari della Berry Bros & Rudd stanno pensando di affrontare il mercato americano, che nel giro di pochi mesi dovrebbe abrogare la legge sul proibizionismo, con un prodotto decisamente innovativo.

Orval


L'abbazia di Orval fu fondata nel 1070 da alcuni frati benedettini provenienti dalla Calabria. Ma il legame con l’Italia non si ferma qui, poiché il simbolo dell’Abbazia, una trota con l’anello d’oro in bocca, è associato alla contessa Matilde di Canossa che seduta sulla riva della sorgente che forniva acqua al monastero, inavvertitamente lasciò cadere il suo anello nuziale. Turbata implorò la Vergine Maria che glielo facesse ritrovare e una trota emerse in superficie portando in bocca il prezioso anello. Meravigliata la contessa esclamò: "Questo luogo è veramente una valle d’oro!", in francese "val d’Or", che col tempo è diventata Orval.

La Birra originale trappista dell’Abbazia di Orval ha uno stile unico. Dalla scelta dei malti (ne vengono usate tre varietà diverse), ai tipi di luppolo impiegati, fino alle particolari colture di lieviti autoctoni, nulla è lasciato al caso. L’obiettivo è "le goût d’Orval", a cui si arriva con tre fermentazioni, l’ultima delle quali avviene in bottiglia dando origine ad un deposito ricco di vitamine del gruppo B (rifermentazione naturale in bottiglia).

Escargots à la Bourguignonne


Ingredienti (Per 4 persone):

  • 50 grosse lumache spurgate
  • 40 g di burro
  • un ciuffo di prezzemolo
  • due spicchi d’aglio
  • sale, pepe

Preparazione
  1. Tritare l’aglio ed il prezzemolo. Far ammorbidire il burro a temperatura ambiente, e mescolarne 2/3 con il prezzemolo e l’aglio in una terrina, quindi salare e pepare. 
  2. Prendere le lumache spurgate senza sgusciarle, infilare un po' della crema ottenuta in ogni guscio, disporle in una teglia e ricoprirle con il restante burro, fuso. 
  3. Cuocere in forno a 220 °C per 8 minuti circa. Servire caldissimo.
Bon appetit.

Sydney

Lo stile di vita rilassato e all’aria aperta e il fascino architettonico fanno di Sydney una  città gradevole. Gli abitanti sono cordiali e pieni di vita, con un modo di fare molto schietto.

Sydney rappresenta, il luogo di nascita dell’Australia. Nel Gennaio del 1788, un carico di deportati, soldati e marinai inglesi sbarcò dalla First Fleet e il capitano Arthur Phillip
proclamò la fondazione della colonia britannica del Nuovo Galles del Sud. Nel giro di pochi anni Sydney passò da colonia penale ad importante scalo commerciale lungo le rotte del pacifico. Maggiore città dell’Australia, Sydney ha conosciuto negli anni una continua crescita demografica, dovuta alla sua posizione e al suo porto, il principale del continente. Le ondate di immigrati che giungevano in Australia dovevano necessariamente far scalo qui, decidendo poi spesso di rimanervi, attratti dalle enormi potenzialità del luogo. Ancora oggi Sydney è la principale città australiana ed una delle più ricche città del mondo. The Rocks e Circulair Quay sono i quartieri più antichi della città, mentre a sud di questi si trova Darling Harbour; City Centre è il cuore economico e finanziario della città.

Jorge Luis Borges: FINZIONI

Diviso in due parti - Il giardino dei sentieri che si biforcano e Artifici - il volume è composto di racconti che di volta i volta sono fantastici, simbolisti, polizieschi, esoterici, tutti volti a creare una sorta di «enciclopedia illusoria» di cui Borges è il magistrale compilatore.

Della maggior eterogeneità è il materiale che l'autore usa come materia prima, il materiale che plasma e distorce, fino a imprimere una forma tutta originale, assolutamente borgesiana. Più chiavi di lettura permettono di accedere ad alcuni racconti; alcuni sono semplici ma hanno un rebus nascosto. L'autore fu un esoterista, oltre che uno sperimentatore dei movimenti d'arte avanguardista e un conservatore (il ché non è per davvero una contraddizione).
Dei racconti, da ricordare anzitutto La lotteria a Babilonia. Qui si parla di una società in cui tutto quel che accade è deciso da un'istituzione segreta, appunto una vera e propria lotteria, in cui sono decisi tutti i destini degli uomini, nonché i piccoli e grandi accidenti che avvengono nella vita di ogni uomo. Si tratta dunque del caso e del destino: vi è davvero il caso, o tutto è deciso da qualcuno o qualcosa, da Dio o da uomini che si muovono nell'ombra? La situazione è portata da Borges a una divertente esagerazione: ogni uomo di quella società, in cui vige il potere della lotteria, è stato sia re che prigioniero, sia venerato che torturato.

EL TOPO (1971) Alejandro Jodorowsky


"Tu spari per trovarti, io lo faccio per sparire. La perfezione è perdersi e per perdersi bisogna amare. Tu non ami. Tu distruggi, uccidi e nessuno ti ama. Perché quando credi di dare, in realtà stai prendendo".
Considerata una pellicola di culto, El Topo ("la talpa" in spagnolo) è il primo western surrealista. Immaginate un mix composto di elementi Buñueliani, di eco provenienti dallo spaghetti western di Sergio Leone, il tutto intriso di spiritualismo New Age, riletture cristologiche e accenti politici. E' molto pericoloso forzare la lettura dei simboli proposti da Jodorowsky, dal momento che la personalissima sensibilità artistica del regista rimane per lo più ermetica. Si può tentare di dare spiegazioni e si rischia di forzarne i contenuti. Ad esempio in una parte del film, il protagonista e Mara, fiaccati dalla sete mentre percorrono il deserto, riescono ad abbeverarsi perché El Topo prega e spara ad una pietra che inizia a zampillare acqua. Beh, Jodorowsky disse che sapeva a priori che la pietra avrebbe emesso acqua in quanto assomigliava al suo pene. E' chiaro che tali spiegazioni sono di un'eccentricità tale che ogni tentativo di rilettura dei simboli è impossibile in quanto nascosta nella mente del regista. In più, per dirne un'altra, sembra che Jodorowsky, durante le riprese, indossasse delle mutande che gli lasciavano scoperto l'ano e parte del pene, in modo che questo ampliasse la sua visione creativa.